L’epidermide è lo strato più esterno della nostra pelle e protegge il nostro organismo dall’ambiente esterno. Qui, oltre alla presenza dei corneociti cellule che producono cheratina conferendo alla pelle funzione protettiva, troviamo i melanociti, cellule preposte alla sintesi della melanina un pigmento che protegge le cellule dai danni dei raggi UV.
Il colore della nostra pelle è determinato da tre fattori:
1) La melanina: è un gruppo di pigmenti di vario colore (nero, bruno o rossastro) a seconda del fototipo.
2) I carotenoidi: molecole colorate, dal giallo all’arancio, precursori della vitamina A presenti in diversi alimenti vegetali quali carote, zucca, broccoli. La loro concentrazione plasmatica influenza il colore della pelle.
3) L’emoglobina: è la molecola che trasporta l’ossigeno nel sangue; presente nei capillari del derma, cambia colore a seconda se è legata all’ossigeno (rossa nei capillari arteriosi) o meno ( blu nei capillari venosi).
La cute è molto vascolarizzata e questo influenza molto il suo colorito; chi è anemico in genere è molto pallido.
I fattori che regolano la produzione di melanina, a livello dei melanociti dell’epidermide sono:
- l’esposizione ai raggi UV
- i fattori genetici (che dipendono dalla razza di appartenenza)
- i fattori ormonali
Può capitare che ci sia un’alterazione della normale produzione di melanina con conseguente alterazione del colore della pelle. In questi casi alcune aree possono risultare più scure rispetto alle altre zone (ipercromie) o, al contrario, una mancata produzione di melanina con evidenti chiazze più chiare (ipopigmentazioni).
Le cause scatenanti delle ipercomie o macchie cutanee possono essere sia di natura genetica sia ambientale:
- l’esposizione ai raggi solari,
- l’assunzione di farmaci fotosensibilizzanti,
- l’applicazione di alcuni cosmetici e di profumi,
- l’esposizione al sole con cute infiammata (per esempio dopo la ceretta o dopo trattamenti dermocosmetici aggressivi, presenza di acne o traumi).
- fattori ormonali; gli ormoni femminili, in particolare il progesterone, sono iperpigmentanti, molto frequenti infatti sono le macchie che compaiono nelle donne in gravidanza ( melasma gravidico o cloasma) o in donne che assumono contraccettivi orali.
Molto comuni sono anche le ipercromie che compaiono con l’avanzare dell’età (così dette macchie senili).
Cosa fare per evitare la comparsa delle macchie cutanee?
La prima cosa da fare è far valutare da uno specialista la profondità delle ipercromie, in modo da decidere qual è il trattamento più opportuno. La scelta del trattamento più adatto dipende infatti dalla profondità e dall’entità della macchia oltre che dalle caratteristiche individuali della pelle.
Importante è in ogni caso eliminare le cause scatenanti per evitarne la comparsa o l’accentuazione.
Quindi:
- Fotoprotezione: utilizzare costantemente schermi solari alti anche durante l’inverno
- Esfoliazione: per favorire l’eliminazione degli strati più superficiali dell’epidermide, liberando gli strati sottostanti più luminosi e più chiari
- Azione antiossidante: utilizzare prodotti che vanno a bloccare la melanogenesi che avviene tramite processi ossidativi.
Tra gli attivi antiossidanti molto utili per questo scopo ricordiamo la vitamina C, il coenzima Q10, i polifenoli, l’acido lipoico e la vitamina E.
Molto utile è anche l’uso di nutraceutici che possano aumentare la tolleranza della pelle al sole, riducendo anche i rischi di eritemi. Proteggendo la pelle dall’azione dannosa del sole, si riduce il rischio di infiammazione e di conseguenza il rischio di comparsa di altre ipercromie.
L’inibizione della melanogenesi si ha applicando prodotti topici (creme, sieri, maschere) contenenti molecole quali acido ascorbico, acido azelaico , acido ellagico o glicirrizina; sono molecole estratte dalle piante che agiscono impedendo la produzione di melanina, la pelle si schiarisce in modo veloce e semplice. Chiaramente, affinché abbiano l’effetto voluto, tali prodotti vanno applicati con costanza e contemporaneamente non bisogna esporsi al sole né usare agenti cosmetici irritanti per non rischiare di annullarne l’effetto.